LUCREZIO (Titus Lucretius Caro, 98-55 A.E.V.) La natura

TITI LVCRETI CARI DE RERVM NATVRA LIBER SECVNDVS
testo originale da: http://www.thelatinlibrary.com/lucretius/lucretius2.shtml (traduzione: Andrea Gaddini)
(...) saepe ante deum vitulus delubra decora
turicremas propter mactatus concidit aras
sanguinis expirans calidum de pectore flumen;
at mater viridis saltus orbata peragrans          355
novit humi pedibus vestigia pressa bisulcis,
omnia convisens oculis loca, si queat usquam
conspicere amissum fetum, completque querellis
frondiferum nemus adsistens et crebra revisit
ad stabulum desiderio perfixa iuvenci,            360
nec tenerae salices atque herbae rore vigentes
fluminaque ulla queunt summis labentia ripis
oblectare animum subitamque avertere curam,
nec vitulorum aliae species per pabula laeta
derivare queunt animum curaque levare;         365
usque adeo quiddam proprium notumque requirit.
(...) spesso davanti agli splendidi templi un vitello
stramazza sacrificato davanti agli altari fumanti d'incenso
emettendo dal petto un fiume di caldo sangue;
E la madre, che ne è stata privata, vagando per verdi
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pascoli boscosi, riconosce a terra le orme impresse dagli zoccoli fessi, ed esamina con gli occhi ogni luogo, per vedere se in qualche luogo riesce a scorgere il figlio perduto, e riempie di lamenti il bosco frondoso, si ferma e tornando più volte alla stalla, trafitta dal desiderio del suo vitello,   360     
E ne' i teneri salici e le erbe vigorose per la rugiada
e i fiumi che scorrono tra alte sponde possono calmare
il suo cuore e distoglierla dall'improvvisa afflizione,
ne' la vista di altri vitelli sui floridi pascoli
riesce a distrarle l'animo ed alleviarle il dolore,           
365
essa cerca qualcosa che e' suo e che conosce.
Non sono un latinista, e mi scuso per gli errori nella traduzione dal latino:
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pagina creata il: 25 marzo 2006 e aggiornata al: 1° aprile 2011