Pizzogreppo

Il paesino di Pizzogreppo (nel dialetto locale "h-a") si trova al centro di antichi boschi di larice, ad un'altitudine di 3415 metri, al centro di una chiostra immacolata di cime alpine perennemente innevate.
La popolazione del paese è stimata in 112 abitanti (febbraio 2007) anche se non è stato possibile eseguire censimenti dai tempi di Settimio Severo.
I suoi abitanti vengono detti "pizzogreppesi", anche se nel dialetto si definiscono "he-ì".
L'economia del paese è da secoli basata sulla coltivazione del larice (in dialetto "h"), sulla raccolta delle pigne del larice e sulla raccolta degli stambecchi morti caduti dalle cime circostanti.

Artigianato
L'artigianato pizzogreppese utilizza come materia prima il legno di larice, che viene lavorato dagli abili scultori locali con la tradizionale tecnica a testate e a pugni. Il soggetto più rappresentato è il cubo, ma anche la palla e la frittella di legno si possono acquistare in ogni negozio del paese, se solo si riesce a trovarne uno aperto.
Un vecchio artigiano del paese, Aldo Oi, detto "òi", tentò nel 1912 di eseguire un crocifisso in legno di larice per la chiesa parrocchiale, ma dopo aver scortecciato a testate il primo tronco, ebbe un esaurimento nervoso e si chiuse in sé stesso.

Da vedere
La piazza centrale del paese ha il nome dialettale di "hàa", che significa "piazza del larice" ed è occupata da un maestoso pino cembro. La chiesa parrocchiale, edificata nel 1300, fu interamente ricostruita in legno di larice, dopo l'incendio del 1301 che la distrusse completamente.
Gli arredi della chiesa, dal rivestimento delle pareti all'altare, dai confessionali ai banchi, sono in pvc imitazione legno di larice.

Feste e tradizioni popolari
L'estate pizzogreppese, vista la estrema riservatezza degli abitanti, si svolge tutta dentro le abitazioni private, che di norma non si aprono neanche all'arrivo dell'ufficiale giudiziario.
Fino al 1987 la piazza del paese era costantemente animata dalla dignitosa presenza del vecchio sindaco, Ugo Ui, detto "ùi", fino a quando ci si accorse che era morto di freddo nell'inverno del 1948, sebbene fosse stato ininterrottamente rieletto per tutti quegli anni. D'inverno Pizzogreppo si chiude in sé stessa, viste le temperature rigide e la mancanza di aghi di larice, quindi non si svolgono fiere o feste tradizionali.
A Pasqua in paese ci si scambiano le tradizionali uova di legno, dette in dialetto "huò", decorate con disegni di larici e abeti.
A Natale i pizzogreppesi si scambiano i tradizionali ciocchi di legno dipinti di marrone, detti in dialetto "hn" che passano di mano in mano dall'epoca carolingia.

Gastronomia
La cucina di Pizzogreppo è tipicamente alpina. Il pasto si apre d'inverno con la "hùa" (zuppa bollente di larice), e d'estate con la "hù-a" (zuppa molto calda di larice).
Tra le pietanze ricordiamo lo "hm", stufato di corna di stambecco con trucioli di larice, il "hié", polpette di letame di stambecco con segatura di larice e la "hg", frittata di uova di aquila con formaggio di latte di stambecco.

Svaghi
Il passatempo tradizionale del paese consiste nel contare i cerchi dei larici abbattuti, oppure contare i larici abbattuti o, come sport estremo, contare i larici ancora in piedi.

Accoglienza
Il carattere riservato degli abitanti a volte impedisce di apprezzare la loro schiva cortesia. Sembra che nel 1962 un viandante sia riuscito a vedere uno degli abitanti del paese, prima che questo si barricasse di nuovo in casa.
Da allora chi frequenta il paesino d'estate passa la notte in ripari di fortuna oppure, se vi capita d'inverno, muore.

Come arrivarci
Pizzogreppo non ha stazione ferroviaria, in effetti non ha neanche strade. La signorina del gps, quando si inserisce il nome del paese, inizia ad urlare "no! no! non voglio! ti prego, non mi portare LÀ!" .

Contatti
L'ufficio del turismo pizzogreppese si trova sulla piazza principale del paese, ma è chiuso.


pagina aggiornata a: 10 maggio 2009