Sgurgola è un piccolo grazioso centro della Ciociaria situato sulle pendici dei Monti Lepini, da dove domina la valle del fiume Sacco. Il paese è in provincia di Frosinone (da cui dista 24 km) e a circa 70 km da Roma. Fino al 1927 si trovava proprio in provincia di Roma, prima dell'istituzione della provincia di Frosinone.
Storia
Una tradizione vuole che il paese sia stato fondato da Spartaco,
il gladiatore trace che guidò la rivolta degli schiavi
del 73-71 a.C. (terza guerra servile): questo spiegherebbe lo
spirito ribelle attribuito (almeno in passato) agli sgurgolani,
che durante il fascismo ebbero molti perseguitati politici.
Più probabilmente il paese nacque al tempo delle invasioni
barbariche, come rifugio delle popolazioni di Anagni, di Ferentino
e degli altri paesi dei dintorni, vista la sua posizione protetta,
tale da garantire il controllo della valle sottostante.
Il nome antico del paese era infatti Sculcula, che potrebbe
essere un diminutivo del termine del latino tardo (VI secolo)
sculca che significa "vedetta", origine della
parola italiana "scolta" o "scolca",
e che a sua volta deriva dal gotico skulks, che significa
"sentinella, guardia" (Camilleri-De Mauro).
Secondo altri il nome
verrebbe dalle numerose sorgenti che "sgorgano" dalla
roccia calcarea su cui è costruito il paese; in questo
caso l'etimologia potrebbe essere la stessa del paese di Gorga,
che sorge sul versante opposto (quello romano) dei Monti Lepini,
proprio all'altezza di Sgurgola.
In un testo del 1741, riportato nel 1859 da Silvestri, la strada
che collega Terni alla cascata delle Marmore e prosegue per Rieti
viene chiamata strada della Sgurgola (o della Scurgura), mentre
si fa anche menzione dei monti della Sgurgola. inoltre è
notao il paese abruzzese di Scurcola Marsicana, in provincia dell'Aquila.
Nella Capitanata, in provincia di Foggia, nella diocesi di Dragonara,
si trovava il monastero di San
Matteo di Sculgola, oggi in territorio di Casalnuovo Monterotaro,
che era una delle dipendenze dell'abbazia di Santa Maria del Gualdo
di Mazzocca. Ancora in provincia di Foggia, nel comune di Casalvecchio
di Puglia, nel Subappennino Dauno Settentrionale, si trova
il "Casone della Sgurgola", un torrione a pianta quadrata,
che sorge sulla strada provinciale che unisce Casalnuovo a Torremaggiore.
La zona di Sgurgola era comunque abitata da tempi molto antichi,
come testimonia la tomba a grotticella attribuita alla cultura
del Rinaldone, dell'età eneolitica (III millennio a.C.),
di un uomo intorno ai 30 anni, ritrovata nel 1880 in una grotta
nella zona della stazione.
I resti sono ora conservati
al museo delle Civiltà (Sezione Preistorico Etnografico
Luigi Pigorini")
di Roma, insieme al suo corredo
funerario, costituito da punte di freccia in selce con codolo,
delle quali alcune dipinte con cinabro, unascia-martello
in pietra, un pugnale di rame a base ogivale e un vasetto d'impasto
a fiasco. Anche gli zigomi e la
mascella erano colorati con cinabro, evidentemente come traccia
di riti successivi alla sepoltura e alla decomposizione del corpo.
In epoca storica la zona in cui oggi sorge Sgurgola era abitata
dai Volsci, popolazione italica sottomessa dai Romani nel quarto
secolo a.C. mentre in epoca romana nella valle del Sacco (allora
chiamato Trerus o Tolerus) tra Sgurgola ed Anagni
si trovava il cosiddetto Compitum Anagninum ossia il crocevia
tra la via Latina e la via Labicana citato anche da Tito Livio,
che si trovava probabilmente nella zona dell'odierna frazione
anagnina di Osteria della Fontana. Nella stessa area esisteva
anche un lago, detto di Bassano o Clarano, presente anche in epoca
storica (S. Gatti).
Da Osteria della Fontana
partiva una strada, ricalcata in parte dall'attuale via Morolense,
che attraversava la valle del Sacco dove, per la fertilità
e la giacitura pianeggiante del terreno e la disponibilità
di acqua, si svilupparono numerosi insediamenti abitativi e produttivi,
almeno dalla media età repubblicana. Nella zona dei Casalini,
nei pressi della stazione ferroviaria, intorno al 1908, nel corso
dei lavori agricoli sulle terre dei conti Posta si trovò
la tegola di terracotta con il bollo del
produttore (Princeps, servo di Pomponio Corvo). Il fatto che nella
zona fosse facile rinvenire frammenti di oggetti in terracotta,
fa pensare che la fornace da cui provenivano fosse proprio in
zona (G. Gatti).
Nella località
di Villamagna, non lontano dalla
stazione, esistono poi i ruderi di una villa imperiale romana
di età tardo-imperiale, che ospitò l'imperatore
Antonino Pio e suo figlio adottivo Marco
Aurelio, futuro imperatore, che racconta in una lettera il
suo soggiorno presso la villa (vedi la mia pagina).
Le prime notizie scritte su Sgurgola sono nella bolla di papa
Urbano II del 21 agosto 1088, in cui il castello, detto Castrum
Sculcule è assegnato a Pietro, vescovo di Anagni,
insieme ad altri castelli della zona, tra cui quello di "Villam
Magnam. Pietro diede il castello in feudo ai Conti di
Ceccano.
La storia di Sgurgola è costellata da continui passaggi
sotto il dominio di diverse famiglie feudali: dai conti di Ceccano
ai Torelli, ai Caetani ed infine
ai Colonna. La frequentazione
di Sgurgola da parte dei Caetani è dimostrata dal fatto
che il 13 luglio 1159 Pietro Caetani aveva accompagnato il cardinale
Bosone e Ruggero, nipote del cancelliere del papa Adriano IV,
nel castello di Sgurgola, per ricevere giuramento di fedeltà (Paravicini Bagliani, pag. 7). Nell'aprile 1300 Sgurgola sarebbe
stata la sede di un incontro del papa con gli emissari del re
d'Inghilterra Edoardo I Plantageneto,
per una mediazione nei conflitti con la Francia e con la Scozia (Dupré Theseider).
Sgurgola fu poi oggetto di una vera e propria campagna di acquisti
da parte dei Caetani, e in particolare del papa anagnino Bonifacio
VIII, al secolo Benedetto Caetani, per la sua posizione strategica,
dominante la valle del Sacco e di fronte ad Anagni. L'importanza
di questi acquisti è provata dalle quattro bolle papali
del 1° luglio 1300, riguardanti il castello, ed il suo acquisto
da parte di Pietro Caetani, conte di Caserta e nipote del papa,
che lo rilevò dall'arcivescovo Adinolfo da Supino, erede
di Simone da Sgurgola, e dalle monache del monastero di S. Maria
in Viano (Giammaria). Molte delle proprietà
acquistate, a Sgurgola o altrove, dai familiari del pontefice,
furono cedute a basso prezzo o donate, con la speranza di suscitare
la benevolenza del papa. Secondo i Colonna e i loro sodali, il
castello ed altre proprietà sarebbero state acquisite dai
Caetani a seguito di minacce e violenze dei tribunali pontifici,
con azioni tese a seminare la discordia tra i fratelli comproprietari (Paravicini Bagliani., pag. 138). Questo sarebbe in accordo con
le accuse scagliate da Jacopone da Todi
a Bonifacio: "Quando nella contrata, taiace alcun
castello / n estante mitti screzio enfra frate fratello;
/ allun getti el braccio en collo, allaltro mustri
el coltello / se no nassente al tuo appello, menaccili de
firire" (Lauda
83: 27-30). I fratelli
Giordano, Gualgano e Pietro, eredi dei signori di Sgurgola, continuarono
ad occupare il castello, finché non ne furono espulsi con
la sentenza del 21 aprile 1300, emessa da Giacomo di Ransano,
vicario generale di Campagna e Marittima. Il papa suggellò
la conquista di Sgurgola con una visita e con la promulgazione
di due bolle, il 23 e il 25 agosto, datate proprio dal paese (Giammaria).
Il contrasto tra le famiglie Caetani e Colonna contribuì
allo svolgersi degli eventi del 1303, culminati con lo "schiaffo d'Anagni", che secondo
la tradizione videro anche Sgurgola come teatro. Lo stesso giorno
dello schiaffo, i fratelli Pietro e Galgano da Sgurgola, presenti
tra i congiurati, si sarebbero di nuovo impadroniti del castello
di Sgurgola, che gli era stato sottratto (Giammaria). Il palazzo di Bonifacio ad Anagni, dove
sarebbe avvenuto l'oltraggio, sarebbe stato in precedenza di Corrado
da Sgurgola
(Fedele,
1921a).
Nel 1314 Pietro Caetani conquistò Sgurgola per la sua famiglia,
che la possedette fino al 1484, quando la conquistò Prospero Colonna. I Colonna governarono
Sgurgola fino al 1818.
Sgurgola è rappresentata
in una delle mappe ("Latium et Sabina") della
Galleria delle carte geografiche dei Musei vaticani realizzata
tra il 1580 e il 1585.
La popolazione sgurgolana crebbe molto a partire dal Settecento,
con la colonizzazione dei terreni di pianura lungo il Sacco, e
vide anche un espansione urbanistica dell'abitato, dal nucleo
centrale, intorno alla Rocca, alla zona dell'attuale corso e verso
la via del Carpino. Nel 1870 Sgurgola entrò a far parte
del Regno d'Italia.
Quando Roma divenne capitale del regno d'Italia, nel 1871, richiamò
gente da tutta Italia, e molti sgurgolani, grazie alla vicinanza
e alla costruzione della ferrovia, si trasferirono a Roma, spesso
lavorando proprio nelle Ferrovie e insediandosi nelle "case
dei ferrovieri" a S. Lorenzo, vicino alla stazione.
Come detto in precedenza Sgurgola fu centro di lotte sociali e
di resistenza antifascista (vedi la vita di Medoro
Pallone, mio nonno.
Alla fine della prima guerra mondiale molte famiglie di morti
in guerra rifiutarono di partecipare alle cerimonie ufficiali
in onore dei caduti, organizzandone di proprie perché
solo il proletariato può partecipare e sentire il dolore
delle madri e delle spose rimaste prive dei loro cari.
Le famiglie di Giuseppe Pompi e Antonio Mancini scrissero al Sindaco
di Sgurgola: Illustrissimo Signore, lasciamo al governo
borghese le sue croci di guerra che sarebbero un'offesa per altre
croci, più sante e più sacre, quelle che segnano
le tombe dei nostri figli e quelle che segnano il martirio dei
nostri cuori (Federico).
Idirigenti dell'Associazione Combattenti, protetti dai carabinieri,
consegnarono sulla piazza di Sgurgola le croci di guerra, alle
quattro o cinque famiglie che accettarono, sulle quaranta invitate
(Federico).
A partire dagli anni '50, con l'istituzione della Cassa del Mezzogiorno,
e con la costruzione dell'Autostrada del Sole, negli anni '60,
la piana del Sacco ha visto sorgere diverse fabbriche, soprattutto
farmaceutiche e di materie plastiche, che impiegano diversi sgurgolani,
mentre molti altri abitano in paese e lavorano a Roma, grazie
alla rapidità (non unita alla frequenza e all'efficienza)
dei trasporti. La costruzione all'inizio del terzo millennio della
linea ferroviaria ad alta velocità Roma-Napoli, ha ancora
modificato la valle.
Oltre alle industrie, l'economia sgurgolana è basata sulla
coltura della vite e dell'olivo: in paese esiste un frantoio cooperativo
che lavora le olive locali. Inoltre esistono allevamenti su base
familiare di animali da cortile e nella valle sono allevati bovini
(soprattutto da latte) e ovini, anche se le recenti vicende dell'inquinamento
del Sacco e degli altri corsi d'acqua hanno seriamente danneggiato
gli allevatori locali.
Nati
a Sgurgola:
Il più insigne tra gli sgurgolani fu Pietro
Sterbini, nato a Sgurgola il 23 gennaio 1793, medico e rivoluzionario
mazziniano. Nella Repubblica Romana del 1849 fu deputato della
Costituente, poi Ministro dei Lavori Pubblici. Alla caduta della
Repubblica dovette rifugiarsi in Svizzera, poi in Francia. Con
l'Unità d'Italia si stabilì a Napoli, dove fondò
il giornale Roma", ma morì nel 1863 prima di
vedere Roma diventare italiana e poi capitale.
Altro sgurgolano di rilievo è stato Attilio
Taggi, nato a Sgurgola il 2 settembre 1867, poeta in dialetto
sgurgolano, in italiano e in latino, venuto a mancare nel 1950.
A Sgurgola era nato il 20 gennaio 1954 anche Luciano
Rossi, assassinato a 24 anni l'8 novembre 1978 a Patrica (FR),
a 15 km da Sgurgola, in un agguato terroristico. Luciano Rossi
era l'autista del Procuratore capo di Frosinone Fedele Calvosa,
e fu ucciso insieme al magistrato e all'agente di polizia Giuseppe
Pagliei. La strage fu rivendicata dalle Unità Comuniste
Combattenti.
Visita:
Si arriva in paese percorrendo la via Casilina e poi la Morolense
(vedi itinerario più avanti); un ponte moderno, costruito
accanto a quello antico, forse di origine romana, supera il fiume
Sacco. La cascatella che una volta si
vedeva dal ponte è stata eliminata, e sostituita da una
stazione di pompaggio.
Accanto al ponte è ben visibile una torre merlata di origine
medievale, la Mola Colonna, che
probabilmente in origine era posta a difesa del ponte, ma poi
fu adibita a mulino (da cui il nome), sfruttando la forza motrice
dell'acqua del Sacco.
La Mola è alta 17,5 metri ed ha una pianta quadrata con
lato di 7 metri, si sviluppava su tre piani (oggi ne resta uno),
e dell'antico uso militare conserva feritoie sormontate da finestrelle
quadrate.
La torre ha subito numerosi restauri nei secoli, e per qualche
tempo fu anche usata come centrale di energia elettrica per l'illuminazione
di Sgurgola, Morolo e Supino.
Nel 2003 la torre è divenuta di proprietà comunale,
e il sindaco, direttore della banda di Berlusconi (Honi soit
qui mal y pense) vi ha collocato il Museo
delle Bande Musicali; in parte la torre è ancora in
restauro.
Dopo il ponte e il cavalcavia sulla ferrovia la strada sale verso
il paese (a destra bivio per Villamagna), per circa 2,5 km e vi
penetra con via della Pietra Rea, dove in realtà, al contrario
di quanto sostiene la guida del Touring Club, nessuno ti indica
la famosa pietra da cui furono arringati i congiurati diretti
ad Anagni per lo schiaffo; la via
termina con la piazza detta "dell'Arringo" sempre con
riferimento agli eventi del 1303, ma in realtà nota come
il "Muraglione", per il
potente muro di sostegno che la limita a valle.
Sulla piazza si trova anche il monumento ai caduti, un frammento
di muro con affresco (forse
rappresentante S. Sebastiano e altri santi) della chiesetta duecentesca
dell'Arringo, ora distrutta, e soprattutto la terrazza con bellissima
vista sulla valle del Sacco, sui monti Ernici e, in lontananza,
sui Castelli romani.
Dal Muraglione parte il
Corso (Corso della Repubblica),
teatro dello "struscio", che termina sulla piazza
Pietro Sterbini (detta semplicemente "la piazza"),
dove si trova la chiesa parrocchiale di Santa
Maria Assunta della metà del 1700, con ampio portale
originale rettangolare di monoliti di calcare e facciata recentemente
intonacata, migliorando il discutibile rifacimento in laterizio
del 1966. I tre portali in bronzo della chiesa sono stati eseguiti
dallo scultore anagnino Pietro Gismondi (1906-2003). L'antico
campanile è separato
dalla chiesa e si trova sul suo lato posteriore destro (su via
2 giugno), e poggia su un banco
di roccia. Sempre su piazza Sterbini si trova la massiccia
torre dell'orologio, della
fine del 1800, è a tre piani e poggia su un ampio arco
a tutto sesto, dopo il quale, sulla destra, si trova il Municipio.
Proseguendo dopo l'arco della torre sulla sinistra si sale agli
imponenti ruderi della Rocca, costituiti dal solo basamento, una
volta sormontato da un pino a ombrello, la cui sagoma era visibile
da lontano, perfino all'autostrada.
I vicoli intorno alla rocca sono molto caratteristici, stretti,
tortuosi, spesso con scalinate, e per le loro dimensioni il quartiere
è detto "bùcio pellìccio"
cioé "buco del setaccio".
Scendendo dalla Rocca oppure scendendo da piazza Sterbini per
la "via del Carpino", si trova a sinistra la via che
scende al quartiere di S. Giovanni, con l'omonima chiesa barocca,
con soffitto affrescato nel 1888, situata su una piazza
con giardinetto e terrazza, anche se meno panoramica del Muraglione.
Scendendo ancora per la via del Carpino, e risalendo dopo un tratto in piano, si arriva al cimitero,
affiancato dalla chiesetta di S.
Maria in Viano, che anticamente era annessa a un monastero
cistercense, per questo motivo la chiesetta è più
nota come "Badia" e come tale è di solito
indicata nei cartelli. Del monastero si conservano pochi
resti, visibili entrando nel cimitero e girando a destra.
La Badia ha origini antichissime, almeno dell'XI secolo, e ospitò
le figlie delle più importanti famiglie feudali della zona,
in qualità di badesse o di semplici suore. La Badia ospitò
tra l'altro la nobile Maria, sorella di Rinaldo da Supino, moglie
di Francesco Caetani (1260-1317), pronipote di Bonifacio VIII
e da lui nominato cardinale, con il titolo diaconale di santa
Maria in Cosmedin. Maria, pur restando in convento, avrebbe dato
a Francesco due figli, un maschio ed una femmina
(Waley,
cit. da Frale). Secondo alcune fonti Maria aveva
dovuto fare voto di castità al momento della nomina a cardinale
di Francesco. Maria era presente alla Badia il 28 febbraio 1300,
alla vendita dei diritti sul castello di Sgurgola dal monastero
a Pietro II Caetani, pronipote di papa Bonifacio VIII (e cognato
di Maria). Maria avrebbe in seguito sposato Goffredo da Ceccano,
uno dei partecipanti allo schiaffo di
Anagni insieme a suo fratello Rinaldo.
La chiesetta ha una facciata
a capanna asimmetrica, con una monofora da un lato e una bifora
dall'altro; entrando dal piazzale si accede a un vestibolo, su
cui si apre un portale in pietra
che dà accesso alla chiesa vera e propria. Sulla lunetta
che sormonta l'architrave del portale, è affrescato un
Cristo a mezzo busto, in stile bizantino,
con la destra levata a benedire e la sinistra recante un libro
aperto.
Sulle pendici della montagna, poche centinaia di metri a monte
del paese, si possono visitare i ruderi della chiesetta di San
Nicola (Santo Nicola), del XIII secolo, di cui rimangono
solo le mura in pietra calcarea bianca. Nei resti si riconosce
la presenza di due piani, il resto di una volta a crociera, una
porta laterale, e sul portale principale, una lunetta. Accanto
alla chiesetta si apre un cunicolo, da cui d'inverno nasce un
ruscello che scende a valle in paese. La chiesetta al momento
(aprile 2014) non è accessibile per lavori, che hanno già
visto il ripristino del tetto.
Da San Nicola si può partire per escursioni sui monti Lepini,
ricchi di boschi, sorgenti e grotte. La chiesetta avrebbe ospitato
il medico e alchimista catalano Arnaldo
da Villanova (1240-1313) che vi si sarebbe rinchiuso alla
fine del luglio 1301 per completare i suoi studi che lo portarono
a realizzare il sigillo astrologico d'oro, racchiuso in un cinto
di cuoio, con cui curò papa Bonifacio VIII dai calcoli
renali; pare che la cura abbia avuto effetto, forse per un semplice
effetto meccanico sui reni, procurando all'alchimista una lauta
ricompensa da parte del papa e molte invidie e risentimenti nella
corte papale. Arnaldo era anche il medico di re Giacomo II d'Aragona
e docente all'Università di Montpellier e alla Scuola Medica
Salernitana (Frale).
A mezza costa sulla montagna
a sud del paese, a 693 metri di quota, con una mulattiera si raggiunge
l'eremo di S. Leonardo, eretto sui resti di un monastero di monaci
della congregazione del Santo Spirito di Maiella, che poi divenne
congregazione dei Celestini, dopo che il suo fondatore Pietro
da Morrone venne eletto Papa nel 1284, con il nome di Celestino
V.
Alla stessa congregazione appartennero gli insediamenti di SantAntonio
Abate a Ferentino e SantAntonio a Supino. La data di fondazione
dell'eremo è incerta, ma è probabilmente molto antica.
San Leonardo di Noblat visse nel VI secolo ed è il santo
patrono di Sgurgola fino dal 1200. Nell'eremo è conservata
la sua statua che, in occasione della festa patronale del 6 novembre,
è portata in processione nella chiesa parrocchiale del
paese con fiaccole e fuochi d'artificio. Dopo la festa, che prevede
anche una tradizionale fiera, la statua è di nuovo portata
all'eremo, sempre in processione.
Presso San Leonardo sgorga una fonte d'acqua perenne e non molto
oltre si trova la Fonte dellAcero.
Televisione:
Tra il 1963 ed il 1964 il regista Ugo
Gregoretti ha girato a Sgurgola, con la partecipazione della
popolazione locale e dell'attore Renato
Salvatori un breve filmato (16'36") per la Rai sull'anteprima
nazionale nel paese del suo film "Omicron". Il filmato,
grazie a Lamberto Corsi, è disponibile su You Tube, diviso
in due parti: 1a
parte 2a
parte.
Come
arrivarci:
In
treno:
Treno Roma-Napoli
via Cassino - fermata Sgurgola. Presso la stazione
non è possibile acquistare né vidimare i biglietti.
Il paese è a 3 km e si raggiunge con autobus (CO.TRA.L.
o Corsi & Pampanelli), il cui biglietto si può comprare
a 300 metri dalla stazione, dal giornalaio presso il ponte sulla
ferrovia. ovendo raggiungere la stazione dal paese si possono
trovare i biglietti dal tabaccaio sul corso Repubblica o nel negozio
accanto al bar in piazza Sterbini.
In
auto:
Autostrada Roma-Napoli
(a 12 km), uscire ad Anagni-Fiuggi, dopo il casello girare a destra
(direzione Anagni) e dopo 100 m. prendere lo svincolo in discesa
a destra per Frosinone (ss. n.6, Casilina); dopo 4 km. circa,
appena usciti da un piccolo centro abitato (Osteria della Fontana),
si gira a destra al bivio per Sgurgola (Via Morolense, attenzione:
è subito dopo un dosso e una curva). A questo punto proseguire
sulla strada principale fino al bivio, segnalato da un cartello,
si passa sotto la linea ferroviaria ad alta velocità, si
supera un ponte su una cascata (presso una antica torre) e un
altro ponte sulla ferrovia, dopo il quale cè un bivio
(andare dritti, per la salita); si sale con curve e tornanti per
circa 3 km, fino ad entrare in paese.
In alternativa all'Autostrada si può prendere la via Casilina
fin da Roma, arrivati a Osteria della Fontana si procede come
per il tragitto in Autostrada.
Popolazione:
Al 1° gennaio
2022 Sgurgola contava 2.369 abitanti (vedi grafico), di cui 1.140 maschi e 1.229
femmine, con una superficie comunale di 19,32 kmq e quindi una densità di 123 ab/kmq. Secondo dati della Caritas (link)
Sgurgola è di gran lunga il paese della provincia di Frosinone
con la maggior percentuale di immigrati sulla popolazione totale
(12,8%) (vedi tabella).
Notizie
pratiche:
Quota centro urbano:
386
s.l.m.; Patrono:
S.
Leonardo di Noblat (6 novembre);
Giorno di mercato: Domenica; Fiere: S. Rocco (16 agosto), S.Antonino
(2 settembre), S. Leonardo di Noblat (6 novembre); C.A.P. 03010;
Prefisso telefonico: 0775; Numero Istat: 060073;
Codice catastale: I716;
Guardia medica: Anagni
tel. 118.
Manifestazioni:
Agosto sgurgolano,
Sagra delle Sagne (tagliatelle
all'uovo fatte in casa, in genere condite
con sugo di carne), Sagra dell'uva (sabato e prima domenica di
ottobre).
Ristoranti:
Ristorante Pizzeria
"Daniela Vitozzi" via del Carpine Tel. 0775.741101.
Pizzeria La Torre - via Colle Madonna Giovanna Tel. 0775.779080.
Pizzeria "Del Corso" Corso della Repubblica.
Alberghi:
Non ce ne sono
(forse Casa Parrocchiale di Accoglienza "Oasi S. Leonardo"
Via Pietra Rea Tel. 0775.71282)
Confini
geografici:
Confina a nord
con il comune di Anagni, ad est con Morolo e Ferentino, a sud
con Gorga e Morolo, ad ovest con Anagni e Gorga.
Altre
informazioni:
Municipio:
Via Roma, 4, 03010
Sgurgola (FR) - tel. 0775.74581, fax 0775.745827; Sindaco: Antonio Corsi (eletto a maggio
2011); A.S.L.:
FR 1; Distretto
scolastico:
50°; Comunità
montana: 13 "Monti Lepini"; Strumento Urbanistico: P.R.G. D.G. n.3144 del 19-04-95;
Piano
Territoriale Paesistico: n.8
"Subiaco-Fiuggi-Colleferro"; Classificazione climatica: zona D, 1962 GR/G; Coordinate: Latitudine: 41°40'00" N;
Longitudine: 13°09'00" E.
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https://www.comune.casalvecchiodipuglia.fg.it/
https://aamw.sas.upenn.edu/research/mediterranean-and-near-eastern-fieldwork-penn