GIULIO CESARE (100 - 44 A.E.V.)

C. IVLI CAESARIS COMMENTARIORVM DE BELLO GALLICO LIBER SEXTVS
testo originale da: http://www.thelatinlibrary.com/caesar/gall6.shtml (traduzione: Andrea Gaddini)
[28] Tertium est genus eorum, qui uri appellantur. Hi sunt magnitudine paulo infra elephantos, specie et colore et figura tauri. Magna vis eorum est et magna velocitas, neque homini neque ferae quam conspexerunt parcunt. Hos studiose foveis captos interficiunt. Hoc se labore durant adulescentes atque hoc genere venationis exercent, et qui plurimos ex his interfecerunt, relatis in publicum cornibus, quae sint testimonio, magnam ferunt laudem. Sed adsuescere ad homines et mansuefieri ne parvuli quidem excepti possunt. Amplitudo cornuum et figura et species multum a nostrorum boum cornibus differt. Haec studiose conquisita ab labris argento circumcludunt atque in amplissimis epulis pro poculis utuntur. [28] Il terzo genere e' quello degli animali chiamati uri. Questi sono grandi poco meno degli elefanti, con l'aspetto, il colore e la struttura dei tori. Hanno grande forza e velocita' e non hanno riguardo ne' per l'uomo ne' per gli altri animali selvatici, quando li incontrano. I Germani li uccidono dopo averli presi con delle fosse che scavano a tale scopo; gli adolescenti si forgiano con questo lavoro e si esercitano a questo genere di caccia, e quelli che riescono ad ucciderne molti, portandone in pubblico le corna come prova, ricevono grandi lodi. Non possono pero' abituarsi agli uomini ne' essere addomesticati, nemmeno se catturati da piccoli. L'ampiezza, la forma e l'aspetto delle corna differiscono molto da quelle dei nostri bovini e sono molto ricercate: le rifiniscono in argento ai bordi e le usano come tazze nei banchetti piu' lussuosi.

Non sono un latinista, e mi scuso per gli errori nella traduzione dal latino:
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pagina creata il: 28 giugno 2004 e aggiornata a: 1° aprile 2011