Primo
Levi
Canto
dei morti invano
Sedete e contrattate
A vostra voglia, vecchie volpi argentate
Vi mureremo in un palazzo splendido
Con cibo, vino, buoni letti e buon fuoco
Purché trattiate e contrattiate
Le vite dei vostri figli e le vostre.
Che tutta la sapienza del creato
Converga a benedire le vostre menti
E vi guidi nel labirinto.
Ma fuori al freddo vi aspetteremo noi,
L'esercito dei morti invano,
Noi della Marna e di Montecassino,
Di Treblinka, di Dresda e di Hiroscima:
E saranno con noi
I lebbrosi e i tracomatosi,
Gli scomparsi di Buenos Aires,
I morti di Cambogia e i morituri d'Etiopia,
I patteggiati di Praga,
Gli esangui di Calcutta,
Gl'innocenti straziati a Bologna.
Guai a voi se uscirete discordi:
Sarete stretti dal nostro abbraccio.
Siamo invincibili perché siamo i vinti.
Invulnerabili perché già spenti:
Noi ridiamo dei vostri missili.
Sedete e contrattate
Finché la lingua vi si secchi:
Se dureranno il danno e la vergogna
Vi annegheremo nella nostra putredine.
La Stampa
27 febbraio 1985, pag. 3
Primo
Levi
(Torino,
31 luglio 1919 Torino, 11 aprile 1987)
In Primo
Levi, Auschwitz città tranquilla. Giulio Einaudi editore
S.p.A., Torino, 2021.
edizione speciale per GEDI Gruppo Editoriale S.p.A. e GEDI News
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pagina creata il: 1° febbraio 2021 e aggiornata il: 1° febbraio
2021