Giuseppe
Gioachino BELLI
(1791-1863)
LI
SORDATI BBONI
Subbito c'un zovrano de la terra
Crede c'un antro1 j'abbi2 tocco un fico3,
Disce ar popolo suo: Tu sei nimmico
Der tale o der tar4 re; ffàjje5 la guerra.
E
er popolo, per sfugge6 la galerra7
O cquarc'antra grazzietta8 che nnun dico,
Pijja lo schioppo, e vviaggia com'un prico9
Che spedischino in Francia o in Inghirterra.
Ccusì,
pe li crapicci10 d'una corte
Ste pecore aritorneno alla stalla
Co mmezza testa e cco le gamme storte.
E
cco le vite sce se ggiuca11 a ppalla,
Come quela puttana12 de la morte
Nun vienissi da lei13 senza scercalla14.
23
maggio 1834
NOTE: 1.Altro. 2. Gli abbia toccato. 3. Fico: qui sta
per un nonnulla. 4. Tal. 5. Fagli. 6. Per isfuggire. 7.* Galera. 8. * Qualche altra
grazietta, qualche altro complimento; detto ironicamente. 9. Plico. 10.Capricci. 11. Ci si giuoca.
12.
Per
bene pronunziare le due antecedenti parole, si deve considerarle
quasi fossero unite, di modo che l'accentuazione non cada che
sulla prima a di puttana. 13. Non venisse da sé. 14. Cercarla.
Le
note sono dell'autore, eccetto quelle marcate con * che sono di
Giorgio Vigolo
Da: Giuseppe
Gioachino BELLI Er Giorno der Giudizzio. A cura di Giorgio
Vigolo. Mondadori, Milano, 1952
pagina creata il: 9 aprile 2014 e aggiornata
al: 10
aprile 2014